Résumé :
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E' ancora importante studiare l'esperienza del kibbutz nell'educazione dei figli? La lettura di quest'opera del celebre psicologo Bruno Bettelheim consente una risposta positiva:L'esame, che l'autore fa di questo tentativo di trasformare il processo educativo in senso comunitario e di sottrarlo all'esclusivismo del rapporto genitore-figlio, ostra, infatti, il carattere esemplare dell'esperianza israeliana, tanto nei risvolti positivi quanto in quelli negativi.Il bambino del kibbutz si potrebbe anche definire il filgio dei genitori che lavorano, e in questo senso la sua vita non si differenzia da quella di un coetaneo "occidentale"; però non vive con la sua famiglia. In sostanza l'educazione gli viene impartita dalla collettività anzichè dalla famiglia, e anche crescendo cercherà nel gruppo ogni senso di sicurezza, ogni esigenza di soddisfazione. I bambini allevati nel kibbutz non sono ancora "figli del sogno", i figli ideali di una società in cui prevalgono i valori della collettività: alcuni dei conflitti che erano alla base dell'antico mondo patriarcale, infatti, paiono riproporsi sia pure in termini completamente diversi. L'esperimento presenta luci ed ombre, ma proprio per questo mantiene il suo pieno significato per quanti siano interessati a una futura più equilibrata sintesi fra collettività ed individualità.
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