Résumé :
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Quanti possono essere - e quali i volti, le voci, i fatti che interessano la sfera di un uomo medio, inserito in una esistenza normalmente evoluta, normalmente societaria? Per ciò che riguarda René Maugras - atterrato a bruciapelo da una malattia avvilente, forse irreparabile - la risposta non conta: il suo caso non si cataloga, sfugge alle casistiche di massima, Giornalista, self-made man, solerte scalatore di gerarchie fino a raggimigere il seggio direttoriale di un prestigioso quotidiano, Maugras non ha che da guardarsi alle spalle. Ed ecco farglisi incontro la varia e nutrita umanità che ha popolato la sua carriera di arrivista-arrivato: accademici, scrittori, capitani d'industria, esculapi alla moda. E donne: donne e donnacole. Uno stuolo compatto, eterogeneo, come la folla dei Grands Boulevards nelle tele di Monet e di Pissarro. Va aggiunto subito, però, che In questo romanzo (certo tra i piú compiuti e meditati Simenon dell"'ultima maniera" psicologico-ambientale) le l'intermittente visione retrospettiva ha un solo scopo: stabilire con puntigliosa esattezza la condizione morale e mentale del malato. Il malato inteso quasi come una "specie", come una branchia dell'umanità; e a maggior motivo se l'infermità viene ad erigersi come un diaframma permanente tra due vite, di cui l'una vissuta, l'altra ridotta ai pochi gesti meschini e meccanici di una sopravvivenza precaria. Ma non si pensi a un Simenon pessimista o crepuscolare: piuttosto a un Simenon che agisce e si pronuncia con pacata consapevolezza, da medico filosofo: disposto a chinarsi davanti al male, a chi lo allevia e lo subisce, ma lucidissimo nella pura cronaca, puntualizzata senza mezzi termini, ora per ora. Come lucida è l'atarassia del povero Maugras, circondato da amici, estimatori, infermiere: fantocci garbati e compiaccriti, in un certo senso piú paralitici di lui.
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