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Titre : | I fiori blu |
Auteurs : | Raymond Queneau, Auteur ; Italo Calvino, Traducteur |
Type de document : | texte imprimé |
Editeur : | Torino : Giulio Einaudi Editore, 1973 |
Collection : | Nuovi Coralli |
Format : | 218 p. / 20 cm |
Résumé : |
La mattina del 25 settembre del 1264 il Duca d'Auge sale in cima al torrione del suo castello ed osserva lo spettacolo di Unni, Galli, Romani ed altri accampati alla rinfusa: i residui del disfacimento della storia. Oppresso dalla tristezza della storia, decide di partire («Qui il fango è fatto dei nostri fiori. -...dei nostri fiori blu, lo so»)[1]. Parte quindi verso la capitale, con i suoi due cavalli parlanti Sten e Stef ed il paggio Mouscaillot. Giunto alla capitale, si rifiuta di partecipare alla nuova crociata.
Viene scambiato per uno stregone dalla folla che si è accorta dei cavalli parlanti, uccide duecentosedici di loro, e torna al suo castello. Si rimette in viaggio per chiedere a Carlo VII di Francia di liberare Gilles de Rais. Lo ritroviamo nel suo castello, che riceve l'abate Onesiforo Biroton ed il diacono Riphinte appena tornati dal concilio che ha deposto papa Eugenio IV; quindi si smarrisce durante una battuta di caccia, trovando poi una baita nella quale riceve buona accoglienza da Russula, figlia di un taglialegna, che sposa. Parte quindi per partecipare agli Stati Generali, si smarrisce di nuovo durante un acquazzone e si riscalda nell'abitazione dell'alchimista Timoleo Timoleo, che prende al proprio servizio. In seguito ad una discussione con Riphinte (che nel frattempo è diventato abate, mentre Biroton è diventato vescovo), sostiene l'esistenza dei preadamiti, e per provarla si rimette in viaggio. Si mette a dipingere graffiti nelle grotte, che gli studiosi scambieranno per testimonianze dell'esistenza degli uomini primitivi, riuscendo anche a ingannare Riphinte. Dopo la presa della Bastiglia trova rifugio in Spagna. Tutto ciò accade durante le frequenti immersioni oniriche di Cidrolin, il quale vive con la figlia Lamelia che sostituisce, dopo il suo matrimonio con un dipendente di trasporti pubblici, con Lalice, una ragazza indicatagli dal suo amico Albert. Le uniche occupazioni di Cidrolin sono bere pastisse e cancellare la scritta «assassino» che un ignoto si ostina a tracciare sul cancello vicino al suo barcone (Cidrolin ha fatto diciotto mesi di carcere, pur essendo innocente). Un giorno s'imbatte nel Duca d'Auge e nel suo seguito, che cerca inutilmente un posto nel camping presso il barcone. Decide di ospitarlo sul suo barcone. Per ricambiare l'ospitalità, il Duca si apposta per scoprire il colpevole delle scritte offensive sul cancello. Cattura Labal, il custode del camping, il quale sostiene invece di essersi appostato a sua volta per scoprire il colpevole, costretto a ciò dal suo compito di piccolo giustiziere che non sogna mai, sempre intento a pensare. Rilasciato da Cidrolin, l'uomo si apposta di nuovo per dimostrare la propria innocenza, e scopre che il colpevole delle scritte è lo stesso Cidrolin: il quale si giustifica dicendo che ciò gli consentiva qualche occupazione. Lalice, delusa, decide di abbandonarlo, ma poi torna su suoi passi. Il palazzo in costruzione di fronte al barcone crolla uccidendo Labal, che si era fatto assumere come portiere per meglio osservare Cidrolin. Nel crollo anche i mezzi del Duca d'Auge sono stati distrutti. |
Exemplaires
Code-barres | Cote | Support | Localisation | Section | Disponibilité |
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aucun exemplaire |