Résumé :
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“…forse si deve essere un nordico, abituato alle lunghe notti d’inverno e alle corte bevande, per poter avere con la morte una tale disinvolta intimità e non accorgersene nemmeno. Nei paesi luminosi e caldi in cui si pigia l’uva e si beve il vino, anche la morte ha un altro volto. Quei paesi non hanno crepuscoli e sfumature di luce: giorno e notte, chiaro e scuro, vita e morte sono nettamente l’un l’altro distinti. La dolce luce fluisce limpida su tutti i fenomeni e dà a essi netti contorni. La morte è un buco nero e pieno d’orrore; nessuno vuole pensarci. E i defunti sono morti per sempre. Ma là nel nord, là in alto all’est, là in alto sul mare, là si beve la forte e bruciante acquavite. Là sono di casa i crepuscoli e le nebbie e le tormente di neve, e al culmine dell’estate il rosso del tramonto a poco a poco trascolora nella rosata luce del mattino. E i morti sono presenti in mezzo a tutta la vita.”
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