Résumé :
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" Esiste anche in letteratura un problema del "libero arbitrio": è anzi antichissimo e folto di implicazioni. Invitando la musa a cantare, l'antico aedo non declinava forse la propria piena responsabilità nella composizione e divulgazione del poema? E in tempi meno remoti, la cosiddetta "licenza" poetica alludeva alla libertà del poeta oppure a quella della poesia? Nel nostro secolo poi si sono visti proporre, in reazione al romanticismo che aveva rivendicato per l'artista ogni responsabilità e ogni potere, teorie e programmi il cui comune denominatore sembra essere un drastico ridimensionamento del ruolo e, soprattutto, della discrezionalità dell'autore nella realizzazione delle opere che portano il suo nome. Emblematico, in questo senso, l'atteggiamento di Raymond Roussel, scrittore di racconti, romanzi e lavori teatrali imperniati, per sua specifica ammissione, non su temi o soggetti, ma su parole, casualmente scelte, intorno alle quali si organizzano temi e soggetti. Scegliendo come pretesto una presa di posizione apparentemente così radicale, questo libro vuole essere un'indagine sull'incerto discrimine che separa, nell'invenzione, il territorio della "libertà" da quello della "costrizione".
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