Résumé :
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" Borges è oggi, quasi per antonomasia, sinonimo di 'universo fantastico', di 'labirinto del meraviglioso'. Il fantastico borgesiano è una rilettura del mondo, una concezione della storia, una definizione dell'uomo. Così può capitare, addentrandosi nell'universo borgesiano, di scoprire che ad avere i piedi ben piantati per terra era Don Chisciotte e non quel poveraccio di Sancho, che l'Ariosto batte di alcune lunghezze - in fatto di realismo - il buon Balzac, che l'Impero Romano d'Occidente non è affatto 'crollato' nel dintorni del IV secolo… Cnosso più Babele più Alessandria, se li si somma, sembra suggerire Borges, danno un unico risultato : il labirinto/biblioteca di Babele, al cui interno tutta la cultura plurimillenaria, esoterica ed essoterica, laica e religiosa, orientale e (soprattutto!) occidentale confluisce, si amalgama, si fonde in un crogiuolo alimentato da un'erudizione antiaccademica per la quale la Kàbala può senza frizioni convivere con le "Mille e una notte". C'è il rischio di smarrirsi in questa biblioteca/labirinto? Sì, ma c'è anche la possibilità di utilizzare questa "Antologia personale" come un filo d'Arianna fantasticamente borgesiano".
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